Favorire il trasferimento tecnologico dal mondo della ricerca a quello delle imprese: questo il compito degli otto Poli di eccellenza italiani. Da Milano a Napoli, scopriamo a che punto ci troviamo nel percorso verso l’Industria 4.0, che unisce università e aziende
Nel piano di digitalizzazione del Digital Europe Programme, cui sono destinati 7,5 miliardi del bilancio 2021-2027 dell’Unione Europea, i Poli di innovazione digitale (Edih) giocano un ruolo fondamentale. A loro spetta il compito di trasferire il sapere tecnologico dalle università alle imprese, accelerando così il passaggio all’Industria 4.0.
Attrezzare il Paese di Poli di eccellenza
In Italia gli Edih sono stati costituiti nella forma di partenariato pubblico-privato in seguito a un bando voluto dall’allora ministro Carlo Calenda con l’obiettivo di “attrezzare il Paese di Poli di eccellenza valorizzando le competenze di università e industria”. A poco meno di due anni dal bando, sono stati identificati otto centri in altrettante città: Torino, Milano, Bologna, Pisa, Padova, Napoli, Roma, Genova.
Oggi i Poli, che collaborano con la rete dei Digital Innovation Hub di Confindustria, sono costituiti e finanziati e, nonostante i rallentamenti dovuti alla pandemia, hanno già avviato la realizzazione di showroom e impianti pilota per le aziende.
Ecco gli 8 Poli di eccellenza italiani
Milano
A Milano troviamo Made, il Competence Center per l’Industria 4.0 che unisce, oltre a 39 aziende, il Politecnico di Milano e le università di Bergamo, Brescia e Pavia. La sede principale ha luogo nel campus Bovisa di Milano, cui è stato destinato un finanziamento da 22 milioni di euro. Per avvicinare formatori, imprese e giovani, Made lo scorso 10 dicembre ha presentato la Fabbrica del futuro, una struttura di 2.500 metri quadri dotata di aule per la formazione, 20 dimostratori, spazi per il coworking e per gli eventi.
Torino
10,5 milioni di euro sono stati investiti nel Manufacturing 4.0, il Polo gestito da 24 aziende private assieme al Politecnico di Torino e all’Università di Torino. L’obiettivo del centro sabaudo è l’innovazione di processo e la trasformazione digitale nelle imprese. A disposizione delle aziende partecipanti il centro ha offerto delle “linee pilota” innovative per tecnologie manifatturiere nell’ambito di Big Data, Internet of Things, robotica, fotonica, cybersecurity, nuovi materiali, efficientamento energetico dei processi, organizzazione del lavoro e della produzione.
Bologna
Si chiama Progetto Bi-Rex quello con sede a Bologna che riunisce Alma Mater di Bologna, gli atenei di Modena-Reggio Emilia, Ferrara e Parma e 57 altri soggetti. A sostenerlo, un finanziamento di 9,2 milioni di euro, cui se ne aggiungono altri 15 provenienti da investitori privati. La linea pilota è stata presentata a ottobre, con l’inaugurazione della smart factory bolognese che ha messo fisicamente a disposizione delle imprese le tecnologie in studio e i relativi processi di innovazione.
Pisa
Ha luogo a Pontedera, il Polo industriale sede della Piaggio, il progetto Artes 4.0, promosso dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa assieme a un consorzio di università e centri di ricerca e ben 127 imprese. Il centro d’eccellenza toscano ha scelto come focus la robotica avanzata e l’Intelligenza Artificiale.
Padova
Il progetto veneto Smact sarà incentrato sulle tecnologie digitali e lavorerà su piattaforme mobili, Big Data, Cloud e Internet of Things, con risorse pari a 7 milioni di euro. Alla guida c’è l’Università di Padova, accompagnata dalle università di Verona, Ca’ Foscari e Iuav di Venezia, Trento, Udine, la Sissa di Trieste, la Libera Università di Bolzano, la Fondazione Bruno Kessler di Trento e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare locale.
Napoli
Due regioni, Campania e Puglia, si riuniscono nel progetto Meditech, acronimo di Mediterranean Competence Centre 4 Innovation, con sede a Napoli e oltre 150 partner fra centri di ricerca e imprese, tra cui l’Università Federico II di Napoli, il Politecnico di Bari e le università di Salerno, della Campania Luigi Vanvitelli, del Sannio, di Napoli Parthenope e di Bari Aldo Moro.
Roma
È dedicato alla cybersecurity il centro che prende il nome di Cyber 4.0. L’obiettivo è l’orientamento, la formazione, la ricerca e l’innovazione delle imprese in ambito di cybersecurity. Alla guida troviamo la Sapienza di Roma, affiancata dall’Università dell’Aquila, da Inail, Cnr e altri 37 soggetti privati e pubblici.
Genova
Dal latino “Ad Mare Versus”, rivolto verso il mare. Detto che, nell’ambito dell’Industria 4.0, si traduce in “indirizzato alla blue economy”, in questo caso con riferimento al bacino della Regione Liguria. La Regione è infatti soggetto attivo del progetto Start 4.0, assieme al Cnr e ad aziende e centri di ricerca del territorio genovese. L’obiettivo è lo sviluppo di strutture 4.0 in ambito idrico e produttivo dei trasporti e portuale, oltre che la creazione del Polo Amave ‘Maritime Infrastructures and Digital Technologies Hub’.
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