La pandemia da coronavirus dalla quale stiamo faticosamente uscendo è riuscita a sbloccare il processo di adozione delle tecnologie digitali, che in Italia procedeva a rilento. Tuttavia, con la fine del lockdown, esiste il rischio che il processo si arresti e tutto torni come prima
Gli incentivi per le PMI e le imprese innovative sono fondamentali per il rilancio delle attività produttive nel nostro Paese. Abbiamo tante società pronte a investire nel digitale, occorre però che Stato e istituzioni finanziarie si concentrino sulle priorità industriali dell’Italia, perché lo sviluppo dipende anche della “mano pubblica”.
“In una situazione non incoraggiante, le idee innovative e le eccellenze hanno trovato spazio grazie ad investitori privati e pubblici pronti a mettersi in gioco puntando sulle eccellenze italiane dal biotech, alle soluzioni per la transizione energica, alla space economy, al digital”. Così l’ex ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, commentava il via al Fondo rilancio startup, un nuovo strumento gestito da CDP Venture Capital Sgr – Fondo Nazionale Innovazione con uno stanziamento di 200 milioni di euro da investire in startup e PMI nel loro percorso di crescita alla luce della crisi economica che non accenna a diminuire.
Annunciato a inizio gennaio dal MISE, questo fondo è andato ad aggiungersi ad altre misure che, negli ultimi anni, sono state messe in campo per sostenere l’ecosistema dell’innovazione italiano, nel quale si stimano ci siano almeno diecimila startup e altrettante PMI innovative. All’orizzonte c’è poi la storica occasione del Next Generation EU, il piano con cui l’Europa punta a sostenere in maniera convinta una crescita più inclusiva e sostenibile dopo la fortissima crisi economica e sociale dovuta alla pandemia.
Il contributo di ENEA Tech
Purtroppo il lockdown ha colpito duro anche tra le imprese innovative ed è per questo che sono stati attivati diversi aiuti finanziari che si rivolgono a segmenti specifici del mercato, con l’intento di sostenere le aree geografiche più svantaggiate del nostro Paese. Senza trascurare la rilevanza strategica del mondo universitario e le potenzialità del trasferimento tecnologico. A quest’ultimo si collega il progetto della Fondazione ENEA Tech: si tratta del primo fondo italiano dedicato al “tech transfer” con una dotazione di ben 500 milioni di euro.
L’obiettivo operativo di Enea Tech è proprio quello di favorire investimenti e iniziative in materia di ricerca e sviluppo e trasferimento tecnologico a favore delle imprese operanti sul territorio nazionale, con un particolare interesse per le start-up innovative e le PMI innovative.
Smart&Start Italia
In cinque anni ha raccolto oltre tremila candidature da tutta Italia. Smart&Start è tra i progetti più maturi che il MISE ha messo a disposizione dell’ecosistema startup in Italia.
Gestito da Invitalia, si tratta di un incentivo all’innovazione che ha finanziato oltre 1.100 aziende innovative con 398 milioni di euro in agevolazioni concesse.
Il Fondo Nazionale Innovazione
Voluto con lo scopo di offrire al mercato un soggetto pubblico che si occupasse di venture capital per operare su un mercato ad alto tasso di rischio, CDP Venture Capital è tra i protagonisti più autorevoli nel panorama startup italiano.
Il Fondo rilancio startup da 200 milioni appena annunciato è rivolto “agli investitori qualificati o regolamentati, anche esteri, che operano sul territorio italiano, che potranno presentare la candidatura di startup o PMI innovative, in cui stanno per investire” o in cui hanno già investito negli ultimi sei mesi. Oltre a questa misura il Fondo Nazionale Innovazione ne conta altre, come il Fondo Acceleratori o il Fondo Imprese Sud.
Digital Transformation
Più recente è invece l’iniziativa “Digital Transformation”, annunciata a dicembre scorso e gestito da Invitalia con una dotazione di 100 milioni di euro.
A differenza di Smart&Start che guarda soprattutto alle startup, questo piano mira invece alle PMI che intendono innovare attraverso percorsi interni di trasformazione digitale. Per accedere ai finanziamenti bisogna però rispettare alcuni requisiti, come quello di operare nel settori manifatturiero, turistico o commerciale.
Commenta