Il 2021 è l’anno di partenza del “decennio digitale europeo”. La Presidente della Commissione Europea ha più volte sottolineato l’importanza di quest’obiettivo, ribadendo come una quota importante delle risorse comunitarie andrà a finanziare la strategica trasformazione digitale degli Stati Membri. Le istituzioni e le imprese italiane sono pronte?
È un periodo epocale per quanto riguarda le risorse per l’attuazione dell’Agenda Digitale Europea. Siamo vicini alla partenza di un nuovo ciclo di programmazione, nel quale il quadro finanziario pluriennale per il settennio 2021-2027, con oltre 1.800 miliardi di euro, si configura come il più ricco pacchetto mai finanziato dal bilancio dell’Unione Europea.
I fondi europei del periodo 2014-2020
A riprova dell’importanza del supporto europeo, giova ricordare che una buona parte degli interventi in materia di agenda digitale si è concretizzata grazie ai fondi europei del ciclo di programmazione 2014-2020, per mezzo dei quali l’Unione Europea ha assegnato complessivamente oltre 630 miliardi di euro e l’Italia, dopo la Polonia, è il Paese che ha ottenuto più risorse, con oltre 72 miliardi di euro contro i 22 della media europea.
In particolare, i finanziamenti europei per l’attuazione dell’agenda digitale sono destinati a due degli undici obiettivi tematici (OT) che includono le priorità stabilite dalla Commissione Europea:
- OT2 (migliorare l’accesso alle tecnologie digitali);
- OT11 (migliorare l’efficienza della Pubblica Amministrazione).
L’OT2 e l’OT11 fanno, pertanto, riferimento diretto all’attuazione dell’agenda digitale. Il 67% (circa 2,4 miliardi) dei contributi totali destinati all’Italia per l’agenda digitale è relativo all’OT2 mentre il restante 37% (pari a circa 1,2 miliardi) è relativo all’OT11. In linea con la media europea (34%), a fine 2020 l’Italia ha speso il 35% dei fondi stanziati su OT2 ed OT11.
Il nuovo quadro finanziario (2021-2027)
Il prossimo periodo di finanziamenti per il periodo 2021-2027 si stima che valga oltre 1.800 miliardi di euro e promette di essere il maggiore pacchetto mai finanziato dal bilancio dell’Unione Europea. Di queste risorse, attraverso il nuovo fondo per la ripresa e la resilienza (comunemente noto come Recovery Fund), verrà offerto agli Stati membri un supporto finanziario per investimenti e riforme orientati soprattutto a favorire una progressiva transizione alla sostenibilità ambientale e a un utilizzo sistematico del digitale (pari circa 560 miliardi di euro).
La principale spinta alla trasformazione digitale nel prossimo settennio sarà data dalle rubriche di spesa “mercato unico, innovazione e agenda digitale” (che comprende 76 miliardi di euro dal programma “Horizon Europe”, 18 miliardi dal programma “Connecting Europe Facility”, e il programma “Digital Europe”, con una nuova dotazione di 8 miliardi di euro) e quella relativa a “coesione, resilienza e valori” (che dispone di 322 miliardi di euro per la politica di coesione, 89 miliardi dal programma “FSE+”, e circa 8 miliardi di euro dai programmi “Interreg” per la cooperazione territoriale). Le risorse residue saranno destinate progetti a gestione diretta.
Le risorse in arrivo per l’Italia
Anche il nostro Paese potrà beneficiare di importanti risorse a partire dal 2021, nonostante non sia attualmente possibile quantificarle in maniera precisa. Comunque, sappiamo che l’Italia dovrebbe poter contare su oltre 40 miliardi di euro per l’attuazione dalle “politiche di coesione” che maggiormente hanno sostenuto la trasformazione digitale italiana nel settennato 2014-2020, e circa 65,5 miliardi di euro a fondo perduto in attuazione del piano per la ripresa e la resilienza, di cui il 70% destinato a progetti da attuare nel biennio 2021-2022.
L’entità dei finanziamenti non lascia dubbi: ci stiamo dirigendo verso un nuovo scenario, fatto di considerevoli opportunità e altrettante sfide che il nostro Sistema Paese deve essere capace di sfruttare appieno, delineando strategie e progettualità nel più breve tempo possibile. Inoltre, occorrerà essere in grado di organizzare dei piani progettuali dettagliati e strutturare una governance in grado di concretizzare gli obiettivi che saranno concordati con la Commissione, tutto questo risulterà decisivo per poter sfruttare proficuamente il notevole potenziale finanziario previsto per il prossimo ciclo di programmazione. Un’opportunità strategica di cui potrà beneficiare l’Italia solo se sarà in grado di coordinare le risorse pubbliche con il supporto decisivo degli enti regionali e locali di concerto con il sistema industriale.
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