Si chiama rivoluzione digitale, ma a farla sono gli uomini. Lo sviluppo dell’Industria 4.0 ha alla base i suoi professionisti, le cui competenze hanno un ruolo chiave nel far fronte alle sfide delle crescenti complessità economiche, sociali e ambientali.
Anche la strumentazione più evoluta si rivela inutile se non viene utilizzata nel modo giusto. L’acquisto di nuove tecnologie non basta, affinché un’azienda possa raggiungere un vero vantaggio competitivo in un contesto di Industria 4.0, è necessario anche e soprattutto investire nel capitale umano, informando e formando la forza lavoro.
L’introduzione delle nuove tecnologie ha messo le imprese di fronte a nuove sfide, tra cui l’allineamento delle competenze sembra essere la più problematica, sfociando nel cosiddetto “skills-gap”. La rivoluzione digitale ha creato l’esigenza, da un lato, di sviluppare nuovi profili professionali; dall’altro, di ampliare lo spettro delle competenze di quelli tradizionali.
L’identikit del professionista 4.0
Nel settore manifatturiero, la rivoluzione digitale, con l’avvento di tecnologie come l’Internet of Things, ha rivoluzionato l’intero processo produttivo, divenuto sempre più autonomo e automatizzato. Di conseguenza, i compiti dell’operaio non comportano più uno sforzo fisico, ma un lavoro di tipo concettuale. Il che implica non solo lo sviluppo di competenze tecniche (hard skills) ma anche di competenze comportamentali (soft skills).
L’insieme delle competenze richieste ai lavoratori dell’Industria 4.0 è racchiuso nel report redatto dal Comitato Scientifico della World Manufacturing Foundation, dal titolo “Skills for the future of manufacturing”. Il documento, in seguito a un’approfondita analisi del settore manufatturiero su scala mondiale, ha stilato la classifica delle 10 competenze più richieste di oggi e domani.
Alfabetizzazione digitale
Con alfabetizzazione digitale non si intende più la capacità di usare un computer, ma l’abilità olistica di capire, abilitare e persino sviluppare nuovi sistemi di produzione digitale, tecnologie, applicazioni e utensili.
Intelligenza Artificiale
L’intelligenza artificiale (AI) è una delle tecnologie abilitanti della smart factory, diventa dunque fondamentale per i suoi lavoratori la capacità di utilizzare e progettare nuove soluzioni di analisi dei dati ed AI, interpretandone criticamente i risultati.
Problem solving
Essere in grado di districarsi tra le difficoltà della vita lavorativa è da sempre un requisito imprescindibile per ogni professionista. Oggi, tale capacità prende il nome di problem solving, una delle soft skill più ricercata dai recruiter. L’Industria 4.0 richiede una marcia in più, e parla di problem solving creativo.
Proattività
L’Industria 4.0 è frutto della rivoluzione digitale. Per essere dei rivoluzionari, bisogna saper pensare fuori dagli schemi. Ecco perché tra le competenze necessarie alla smart manufacturing vi sono proattività e una forte mentalità imprenditoriale.
Sicurezza sul lavoro
Se è vero che è il datore di lavoro a dover provvedere alla sicurezza dei propri dipendenti, è ancor più vero il detto del chi fa da sé fa per tre. Ai professionisti della smart factory è richiesta la capacità di lavorare fisicamente e psicologicamente in sicurezza ed efficacemente con le nuove tecnologie.
Interculturalità
Quella odierna è un’economia globalizzata, per riuscire ad avere successo al suo interno, bisogna possedere una mentalità inclusiva, interculturale e interdisciplinare, in grado di affrontare le sfide derivanti da una forza lavoro diversificata.
Attenzione alla privacy
La cybersicurezza è una delle più grandi preoccupazioni delle fabbriche dell’Industria 4.0, basata su strumenti interconnessi e sempre online. Il lavoratore del futuro deve conoscere e rispettare il valore della privacy, trattando dati e informazioni con adeguata prudenza.
Multitasking
Si dice che il multitasking sia una prerogativa femminile, ma non solo. La capacità di gestire richieste multiple e compiti simultanei è anche una delle caratteristiche che distingue il lavoratore dell’industria digitale.
Comunicatività
Una buona comunicazione agevola in qualsiasi campo, anche in quello lavorativo. Nel caso della smart manufacturing, saper comunicare bene vuol dire essere in grado di farlo tanto a voce quanto attraverso le diverse piattaforme tecnologiche, sia con esseri umani che con sistemi di Information Technology e Intelligenza Artificiale.
Flessibilità
L’ultima, ma non per importanza, competenza richiesta al professionista 4.0 è la flessibilità. Intesa come apertura al cambiamento e capacità di trasformazione, skill necessarie a mettere in discussione lo status quo e avviare il trasferimento di conoscenza da altri domini.
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